I vigneti dai quali si ricava il XXVII MIGLIO, si estendono lungo l’antica via romana che, da Aquileja, portava al Norico; quella che gli storici chiamano Julia Augusta. La via era certamente percorsa prima dell’insediamento dei romani, al tempo della fondazione Aquileja, ma quello che certamente i romani hanno fatto, con la loro maestria di costruttori di strade, è stato lo sbancamento per rendere regolare la pendenza tra l’antico greto del Torre ed il terrazzo premorenico del piano di campagna, proprio in corrispondenza ai vigneti, cioè, tra il XXVI ed il XXVII miglio: è l’unico tratto della Julia Augusta ancora quasi intatto e con le muraglie in sasso a contenere le scarpate laterali, lungo i vigneti soprastanti. Per questa via, Cesare conduceva a svernare le legioni presso Aquileja e, nel suo De bello gallico, narra “..egli a grandi giornate se ne venne in Italia ed ivi formò due nuove legioni: giunto vicino Aquileja trovò tre legioni che svernavano e, levatele dai quartieri, le condusse seco…” Anche lo scrittore Livio narra in molti testi delle legioni stanziate nei contorni di Aquileja per i quartieri d’inverno: Lo storico Strabone così scriveva: “… Gli Aquilejesi portano loro (alle genti Illiriche) le merci che vengono per mare, ed il vino non men che l’olio, in botti di legno condotti sui carri”. Erodian, nella vita di Massimino, chiama Aquileja “…città d’Italia popolatissima, di grandezza straordinaria…d’altra parte Aquileja era il gran mercato centrale, ove ricorrevano per le loro provviste, particolarmente per il vino, che si produceva in grandissima abbondanza nei dintorni della città, le popolazioni di terraferma”.
Il XXVII MIGLIO continua una tradizione di eccellenza che, dopo i romani è continuata con i Longobardi (numerose testimonianze artistiche della vite e del vino le ritroviamo nei loro monumenti), con i Patriarchi, poi, e senza interruzione, fino ai giorni nostri.